Buongiorno a tutti, ho acquistato recentemente il nuovo drone DJI MAVIC 3 assieme al radiocomando DJI RC Pro.
Una batteria aggiuntiva, il carica batteria, 3 pellicole di vetro per proteggere il display del radiocomando, 1 paio di eliche di scorta e una valigetta professionale, impermeabile con custodia rigida.
Una bella spesa, direi importante che si avvicina ad un investimento aggiuntivo nel campo droni decisamente caro.
Ma veniamo al drone.
Tanti addetti ai lavori si soffermano innanzitutto alle caratteristiche video, tutti si sono dimenticati di una funzione interessantissima della doppia camera e cioè la possibilità di zommare fino a 8x ottico e superiore fino a 28x in digitale.
Da oggi posso affermare che finalmente è stato concepito un drone che ha la possibilità di creare video professionali sfruttando un sensore più grande e la tecnologia Hassemblad ma anche foto spettacolari.
Tanti dicono che il Mavic 3 rispetto al Mavic 2 Pro dal punto di vista fotografico non giustifica un acquisto così importante.
Posso affermare che si sbagliano e vi spiego perché.
Si sa per chi mi conosce che sono un artista non propriamente un fotografo tradizionale.
Facciamo un passo indietro il concetto di PANOVISIONI si fonda in:
Mio (neo) Surrealismo Poetico Fotografico, inventarsi un mondo parallelo partendo da una semplice fotografia, un multimondo, un’universo mutaforma, l’universo del pensiero, un demiurgo. Creare un’altra struttura: Roberto Panizza docet.
Ho sempre sperimentato in modo curioso attento alle nuove tecnologie, ho scoperto la potenzialità del teleobiettivo spinto e l’utilizzo di corpi macchina con massimo dettaglio, vedasi la NIKON D850 che arriva a 52 megapx, con 8256 x 5504 Pixel. A questo corpo macchina reflex ho accoppiato un teleconverter 2 x 1 con SIGMA 150/600 fino a sfruttare 1200 mm. Con profondità di campo dove si avvicinano i piani all’orizzonte. Il fenomeno dello stravedamento mi ha fatto conoscere ai più, arrivando addirittura da essere notato dal governatore del Veneto Luca Zaia che ha rilanciato tantissime mie proposte sceniche.
Ecco che il Mavic 3 mi ha fortemente incuriosito, il potentissimo software nella digitalizzazione permette una scansione interessante. In effetti sfruttando la tecnologia dello zoom fino a 28x si possono realizzare singoli scatti avvicinando piani che sono lontanissimi gli uni dagli altri nella realtà e funziona come un teleobiettivo anche se si tratta di ingrandimento dato dalla digitalizzazione e non ottico. Pertanto la qualità in pixel non si può confrontare ma si possono ottenere interessanti parametrizzazioni sceniche. Il rapporto di conversione fra lo zoom 28x in mm di lunghezza focale non può essere parametrizzato ma corrisponde all’incirca a 500 mm. più o meno, il che è tanta roba.
Se nel caso dello scatto al campanile di San Marco ero distante dal punto di scatto circa 7 km e il Civetta che sembra dietro al campanile circa 140 km si è ottenuto uno scatto assolutamente reale e non un fotomontaggio, anche se a occhio nudo non è assolutamente visibile, con un cannocchiale si. Lo sfruttamento della tecnologia che sia macro, quindi verso l’infinitamente piccolo o nel teleobiettivo con lunghezza in mm molto grande, ci mostra mondi diversi, affascinanti e curiosi.
In questo scatto che propongo con il MAVIC 3 il Punto di scatto è a 1,5 km da Monzambano e la sua torre.
Il castello scaligero sopra che si vede è quello di Ponti sul Mincio che dista a 3,5 km dalla torre di Monzambano.
In questo altro scatto sempre di ieri che propongo con il MAVIC 3 il Punto di scatto è a 2,5 km dal castello scaligero e in mezzo la chiesa di Valeggio che dista circa 500 mt dal castello.
Per aria si studiano le traiettorie in modo da allineare gli elementi che si desidera inserire nello scatto, anche in quelli vertoramici o panoramici con allineamenti di giunzione fra pluriscatti. Ecco che allora qualsiasi prospettiva può diventare unica nel suo genere e assolutamente straordinaria come costruzione e composizione fotografica.
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